50 ANNI DI AVIS A BADEN

Domenica 24 novembre a Baden si è svolta la festa per i cinquant'anni di vita di questa comunale: non si è trattato di un giubileo qualunque, sia chiaro. Si è trattato della festa commemorativa della prima "sezione" Avis

nata fuori dal territorio italiano. Cinquant'anni fa l'emigrazione italiana non era quella di oggi e neppure la Svizzera lo era.  Eppure Alberto Carrara, un italiano, un bergamasco per essere più precisi, ha avuto l'idea di fondare a Baden un'Avis, iniziando così un doppio processo virtuoso: di volontariato umanitario e di integrazione dei lavoratori italiani nella società svizzera.

A 50 anni da allora l'Avis di Baden non solo esiste ancora, ma, come ha dimostrato domenica, è attiva e vitale. L'inizio della festa è stato un incontro presso l'ospedale di Baden per ammirare insieme la scultura, opera dello scultore siciliano maestro Nunzio Trazzera, che è stata collocata nel parco dell'ospedale stesso a celebrazione di chi ha donato sangue, lo dona e lo donerà.

Poi una visita al centro trasfusionale e una breve sosta nella caffetteria per un piccolo ristoro offerto dall’ospedale di Baden. È seguito quindi il ritorno ad Ennetbaden per la messa alla parrocchia di S. Michele.

Anche qui un gradevole esempio di integrazione: la comunità italiana e quella svizzera insieme, guidati dal missionario italiano e dal parroco svizzero alla celebrazione della Messa solennizzata dalla presenza dei molti labari delle comunali AVIS svizzere e delle tre comunali italiane in visita, Pradalunga, Barlassina e S. Pellegrino.

Dopo la messa un ricchissimo aperitivo (offerto dalla parrocchia svizzera) e poi tutti nella vicina palestra per la cerimonia ufficiale e il pranzo.

La cerimonia ha visto la presenza di numerose autorità: il presidente dell'Avis di Baden, Leo Gentile, brillantemente coadiuvato da Tiziana Senni, ha salutato Luciano Senni, presidente onorario della comunale, il sindaco di Ennetbaden, Franco Narducci, i presidenti delle comunali di Pradalunga, Barlassina e S. Pellegrino, il presidente onorario di S. Pellegrino, le tre infermiere del centro trasfusionale dell'ospedale di Baden e la presidente dell'Avis regionale svizzera.

Tutti hanno rivolto un breve indirizzo di saluto ai soci riuniti e hanno ricevuto uno splendido regalo: una copia in miniatura della bella scultura che avevano potuto ammirare la mattina nel parco dell'ospedale.

Leo Gentile ha poi chiamato sul palco le delegazioni delle Avis comunali presenti in Svizzera e anche loro hanno ricevuto in dono la bella scultura. A chiusura della cerimonia il ricco pranzo.

Una bella festa, ma soprattutto una festa carica di sentimento e di amicizia: come non ricordare il suggestivo momento dell'innalzamento dei labari in chiesa al momento dell'elevazione o i festosi e allegri ricordi di tutti gli intervenuti. Niente discorsi formali, discorsi tra amici. Il sindaco di Ennetbaden, coraggiosamente si è cimentato nella lettura di un indirizzo di saluto in italiano. Le tre infermiere hanno ringraziato in italiano. I presidenti delle Avis italiane hanno ricordato la pluriennale amicizia che li lega a Baden. Una festa bella perché ricca dei valori di Avis e del volontariato italiano: amicizia, integrazione, solidarietà.

Ci auguriamo che non solo la comunale di Baden, ma anche le altre che da lei e dopo di lei sono nate in Svizzera, continuino il loro lavoro di impegno civico e sociale. Ce n'è ancora e ce ne sarà sempre bisogno. Anche oggi, anche nella seconda e terza generazione di italiani in Svizzera.

Giornate come quella che abbiamo avuto il privilegio di vivere ce ne danno la certezza.

Ilaria Giacosa

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