50° ANNIVERSARIO DELL'AVIS COMUNALE DI ZURIGO

Ha iniziato l'Avis di Baden, piano piano seguono le altre comunali che hanno 50 anni alle spalle. Degni di lettura e riflessione ritengo siano il saluto del presidente Nazionale Vincenzo Saturni e della presidente Regionale Ilaria Giacosa.

 

Saluto del presidente dell'AVIS Nazionale

Cari amici di Zurigo,

50 anni di attività sono un punto di riferimento significativo non solo per Avis ed il sistema trasfusionale, ma anche per il territorio e la società dove si opera. Quindi è per me un vero piacere, oltre che un onore, inviare a tutti Voi un messaggio di saluto in occasione di questo Vostro importante anniversario.

I cambiamenti politici, sociali, economici, scientifici, medici di questi anni sono stati straordinari e hanno coinvolto anche Avis. Ricordo come esempio i progressi tecnologi­ ci che hanno permesso di passare dalle donazioni "braccio-braccio" alle aferesi ed alla possibilità di ottenere plasmaderivati  sintetici. In parallelo la popolazione si è sempre più avvicinata ai temi correlati con la disponibilità di sangue per trasfusione, garantita dalle donazioni.

Sin dalla nascita, Avis ha operato ed opera tuttora, al fine di sostenere i bisogni di salute dei cittadini,favorendo il raggiungimento dell'autosufficienza  di emocomponenti e di plasmaderivati e dei massimi livelli di sicurezza trasfusionale e di qualità, grazie a donazioni volontarie, periodiche, associate, non remunerate, anonime e consapevoli;di tutelare il diritto alla salute dei donatori e dei pazienti; di promuovere la cultura della solidarietà e del dono, l'informazione e l'educazione alla salute dei cittadini.

Ancora oggi, seppure a distanza di molti anni,appaiono di grande attualità i valori insiti nella tipologia di donazione da noi veicolata sia da un punto di vista tecnico, per garantire la sicurezza e l'autosufficienza, sia da un punto di vista associativo. Infatti per Avis, il donatore deve essere responsabile e consapevole di quello che sta facendo, e ciò è fondamentale per garantire che la sua attività sia finalizzata a fornire adeguate quantità di sangue ed emocomponenti,ma anche che questo sia della qualità e della sicurezza massime possibili.

Ma dal punto di vista associativo è importante enfatizzare il fatto che noi prevediamo che la donazione sia volontaria, anonima e gratuita, implicando chiaramente un aspetto profondo dell'attività dei nostri donatori. Il donatore sa che è importante che doni, che si comporti in un determinato modo, e anche se non sa per chi lo dona, sa che è desti­ nato a qualcuno che in quel momento ha bisogno e quindi l'anonimato rappresenta un elevato gesto  etico e di solidarietà complessiva.

Ma un anniversario deve essere un momento per interrogarci sulle prospettive future. La grande sfida che ci attende è saper coniugare la tradizione, il nostro essere espressione di un patrimonio valoriale enorme, con una forte capacità propositiva. Inoltre dobbiamo cercare di accrescere il senso di appartenenza ad Avis, di far sentire idonatori/avisini come parte integrante di un'associazione che pone come priorità la centralità dell'uomo, delle sue peculiarità, il dare senza nulla chiedere in cambio e si contrappone  all'utilitarismo più spinto ed all'egoismo.

Con un sincero ringraziamento a tutti Voi, Vi invio un affettuoso saluto.

Vincenzo Saturni

 

 

Saluto della presidente dell'Avis Regionale Svizzera

 

E' un particolare piacere scrivere questo saluto nella mia funzione di presidente dell'Avis Regionale Svizzera, perché ho cominciato il mio impegno a Zurigo e faccio tuttora parte di questa comunale. Già da ragazza in Italia avevo dato il sangue qualche volta, ma non avevo portato avanti questo impegno in modo sistematico. Solo arrivando a Zurigo, un amico e collega di lavoro, Mario Benvenuti, mi ha spinto ad iscrivermi, raccontandomi che l'Avis esisteva anche a Zurigo e mi ha poi "trascinata" alla Casa d'Italia alle riunioni del consiglio direttivo. Sono stata cooptata  nel 1981 nel consiglio e sono ancora qui.

 

Cinquant'anni fa, come è stato ricordato nella breve storia della Comunale di Zurigo, le condizioni socio-culturali erano diverse, noi italiani eravamo piuttosto mal visti qui in Svizzera, non eravamo integrati, non sapevamo la lingua e ci sentivamo isolati.

Niente facevano le autorità per integrare gli italiani. In questo contesto non stupisce che si sviluppasse tra gli emigranti un associazionismo attivo: gruppi sportivi,politici, religiosi,culturali fiorirono in tutte le città e i paesi nei quali, per la presenza di fabbriche, c'era­ no molti lavoratori italiani. Queste associazioni avevano lo scopo di riunire i connazionali aiutandoli e informandoli e ricreando, in qualche modo, un tessuto di relazioni sociali tra italiani e, in particolare, persone provenienti dalla stessa città o regione.

 

Non era ancora l'epoca nella quale ci si occupava di integrare lo straniero che arrivava e ci siamo integrati da soli,creando qualcosa di grande. La fondazione di Avis ha contribuito da un lato a rafforzare i legami interregionali tra di noi e a darci uno scopo, dall'altro a dimostrare al paese che ci ospitava che eravamo persone con seri impegni umanitari.

 

Il mio augurio di oggi è che il nostro lavoro non vada perduto: se è vero che i nostri figli sono integrati, che le associazioni italiane non sono più tanto frequentate e che addirittura, a volte, i nostri figli sanno poco e male l'italiano, è ben vero che il nostro impegno umanitario è più importante che mai. Formare dei donatori significa formare dei cittadini: questo è necessario in Svizzera come in Italia, come in tutto il mondo. Vivere in società significa esserci per gli altri. Avis è una scuola di cultura, di democrazia e di umanità. Ringrazio l'Avis Comunale di Zurigo che si sforza di far passare questo messaggio nella scuola, sul posto di lavoro, nelle feste e faccio al direttivo tanti auguri per gli anni a venire.

 

Ilaria Giacosa