USTER ASSEMBLEA REGIONALE 2017

saturni2017Le assemblee dell’Avis regionale svizzera sono dei bei momenti d’incontro fra amici e raramente diventano motivo di scontro. Anche la 52a assemblea che si è svolta a Uster il 9 aprile nella sede della Werkheim ha seguito questa linea.

Era anche una assemblea elettiva. Cosi come erano elettive le assemblee comunali che si sono svolte nei mesi di gennaio-marzo in tutta la Svizzera e nelle quali sono stati eletti sia i delegati presenti a Uster che i candidati alle diverse cariche. La democrazia associativa comincia dal basso per raggiungere poi le strutture nazionali. A Uster sono stati eletti i nuovi consiglieri della struttura regionale ed i membri del collegio dei revisori dei conti e dei probiviri nonché i nostri candidati al consiglio dell’AVIS Nazionale e i delegati all’assemblea nazionale che avrà luogo a Milano il 19-21 maggio. Tutte elezioni che non hanno causato discussioni o problemi. Concretamente possiamo dire che la lotta per la poltrona nel nostro sodalizio non è molto sviluppata.

La cosa sicuramente più importante è stata la presenza del nostro Presidente Nazionale Vincenzo Saturni. Bisogna tenere presente che la nostra associazione conta più di 1.300.000 soci con oltre 4000 sedi in tutta Italia e naturalmente la sua presenza è sempre più richiesta. Ma se gli avisini sono tutti uguali, forse gli avisini svizzeri lo sono un po’ di più.

Copio una parte del verbale sull’intervento del nostro presidente: Vincenzo Saturni, presidente dell`Avis Nazionale apre il suo intervento chiedendo in sala se ci sono domande, dando così seguito ad un interessante scambio di notizie riguardanti le donazioni, i controlli e la sicurezza del donatore per garantire la massima protezione verso chi riceve. Apre la serie di domande Ilaria Giacosa con il tema della trasfusione, da cui esce fuori un ricco confronto fra le leggi svizzere ed europee. Tante domande a cui Saturni è sempre pronto a rispondere con semplicità, ma anche a volte con una giusta dose di ironia che ha reso il dibattitto molto vivace ed interessante. Chiude il suo intervento ricordando che l'obiettivo dell`Avis sono i donatori, che, indipendentemente dal livello sociale, culturale, dalla religione, sesso ed età contribuiscono tutti a donare sangue. In particolare per l`Avis, associati fa la differenza, il contatto diretto è fondamentale e gratificante sia per il donatore, ma anche per chi crede in questa associazione.

Domande dei delegati

Si chiede: come mai anche dopo 10 anni dall`ultima trasfusione ricevuta, non si può donare il sangue? Saturni: In base alle leggi europee, il limite è di 4 mesi, escluso il Regno Unito dove l’esclusione dalla donazione è permanente. La normativa in Svizzera però non segue quella europea, e queste differenze sono possibili – dovute qualche volta anche a possibilità o convenienza ad eseguire determinati test, come ad esempio succede quando ci sono restrizioni alla donazione per determinati periodi di tempo in seguito a soggiorni in zone di zanzara tigre, restrizioni che variano da Paese a Paese, e addirittura possono variare nelle varie regioni in Italia.

Si chiede: che cosa rispondere ai cittadini del Regno Unito a cui viene impedito in Svizzera di donare sangue? Saturni: purtroppo a seguito della malattia della “mucca pazza” non è possibile usare il loro sangue. Non esiste un test semplice (si dovrebbe fare una biopsia delle tonsille) per verificare l’esistenza o meno di prioni (quelli che causano appunto la malattia di Creutzfeldt-Jakob). In Inghilterra si raccoglie il sangue dei locali, in base al principio che sono tutti a rischio (per via del virus della mucca pazza); però il plasma viene importato e non si raccoglie da donatori del Regno Unito.

Si chiede: che cosa rispondere ai donatori indiani quando si meravigliano di dover fare un controllo per la malaria prima di accedere alla donazione? Il controllo è davvero efficace per escludere la presenza di malaria? Saturni: sì, il controllo è efficace – questa è una prassi in tutta Europa, per chi proviene o ha soggiornato in zone a rischio malaria.

Si chiede: i donatori italiani chiedono come mai in Svizzera non ci fanno dettagliate analisi del sangue come in Italia.

Saturni: si tratta di una prassi solo italiana, nel resto d'Europa il sangue viene controllato, perché sia sicuro all'uso, ma non vengono resi disponibili al donatore dettagliati esami aggiuntivi. Anzi, questa prassi italiana viene qualche volta paragonata a una forma di "pagamento" della donazione, che sarebbe contraria al nostro principio secondo il quale la donazione è gratuita.

Si chiede: se una persona sviene dopo aver donato, è un fatto normale o è un fattore di pressione? Saturni: Si chiama reazione vagale, La quantità prelevata non è in realtà tale da causare problemi alla pressione o problemi permanenti al donatore. Purtroppo il problema invece è che da questo si crea una propaganda negativa.

Si chiede: Una persona che ha subito un morso di una zecca, può donare sangue? Saturni: si dopo esserne guarito

Si chiede: Donare a digiuno? Saturni: in Italia viene richiesto di donare a digiuno per non alterare alcuni esami del sangue – ad esempio il controllo degli zuccheri. In realtà si può benissimo donare dopo aver mangiato pasti leggeri (pochi grassi e proteine), ai fini della qualità del sangue donato non c'è nessun problema. Infatti anche in Italia ora esistono centri AVIS aperti alla donazione pomeridiana.

Per ultimo Saturni illustra le iniziative che il Nazionale ha organizzato per celebrare i 90 anni di AVIS. La prima è "La VIS dell'AVIS" – risultati di uno studio fatto dall'università Bocconi, che riesce a collegare le ricadute positive che l'AVIS ha sulla società, riuscendo a quantificarne i benefici in termini economici (si parla di un ritorno di 8 euro per ogni euro investito in AVIS). Meno tecnica l'altra pubblicazione per i 90 anni di AVIS, che percorre la storia dell'associazione, in parallelo alla storia del progresso medico e alla storia vera e propria. Oltre a queste durante l’anno saranno le singole realtà associative a festeggiare nel migliore dei modi queste magnifico compleanno.

Un altro ospite di riguardo è stato Aldo Cardani che dopo aver salutato i presenti in sala, spiega la funzione della EmoServizi srl, casa madre di tutte le forniture dell`Avis Nazionale, di cui è consigliere. La Emo Servizi, non produce ma appunto fornisce merci e servizi, cercando di privilegiare i prodotti nazionali e nei limiti del possibile, materiale ecocompatibile. Non hanno utili, e qualora ci siano vengono distribuiti ai soci al fine di promuovere nuove iniziative sociali.

Naturalmente la parte principale dell’assemblea è stata la lettura ed approvazione delle relazioni. Quella di Presidenza la si può trovare qui sotto.

Una cosa molto importante è stata quella di essersi ritrovati e salutati con tanta amicizia.

v.m.

Nella foto: Il Presidente Sergio Mattarella con Vincenzo Saturni, Presidente Nazionale dell'AVIS in occasione del 90° anniversario dell'Associazione.

RELAZIONE MORALE DELLA PRESIDENTE

Cari soci, gentili ospiti, cari amici,

Sono lieta di dare il benvenuto alla 52a assemblea annuale di Avis Svizzera a tutti i presidenti e delegati delle comunali, al presidente nazionale Vincenzo Saturni, che con nostro grande piacere è venuto a partecipare ai lavori, al consigliere di EmoServizi, Aldo Cardani, agli altri ospiti e alle autorità presenti.

Prima di cominciare i lavori domando a tutti un momento di silenzio in memoria degli Avisini defunti. Voglio inoltre fare i migliori auguri a tutti coloro che per motivi di salute oggi non possono essere qui con noi: a loro va il nostro augurio di pronta guarigione.

L’anno scorso avevo iniziato la mia relazione con una nota triste: la chiusura della comunale di Liestal e la comunicazione che altre comunali erano minacciate di chiusura. Prevedevo grosse difficoltà nel rinnovo dei direttivi e, purtroppo, non mi sbagliavo. Un’altra comunale storica, Basilea, ha chiuso a dicembre.

Non mi fa piacere cominciare la mia relazione con un punto così triste, ma mi pare che tutto debba ruotare intorno a questo. Come l’anno scorso vi chiedo:

Vogliamo reagire o vogliamo che una dopo l’altra tutte le comunali chiudano ?

Tutti conosciamo i motivi di questa situazione. Tutti sappiamo che i giovani italiani di seconda o terza generazione oggi sono integrati e non sentono la necessità di iscriversi ad una associazione italiana.

Ma resto dell’idea che si possa fare qualcosa, perché Avis non è “un’associazione” qualsiasi.

Avis è un impegno sociale. Avis è cultura. Avis crea cittadini migliori. Avis educa a stili di vita sani.

Il problema qui in Svizzera è duplice: da un lato ci sono delle comunali che non riescono a formare i direttivi, ma hanno molti donatori, dall’altro comunali che non riescono a fare funzionare le donazioni.

Il problema dei direttivi non è di facile soluzione. Ma forse tramite le altre associazioni che conosciamo, regionali e non, possiamo trovare qualche persona di buona volontà, disposta ad impegnarsi.

Il problema donazione, secondo me, si può affrontare in due modi:

Organizzando donazioni collettive, da soli o con i Samaritani, sollecitando l’ospedale presso il quale i nostri iscritti si recano: un buon rapporto con l’ospedale risolve molte cose.

Se organizziamo donazioni collettive, tra tutti i donatori che si presentano ce ne saranno molti che si iscriveranno (come insegna il lavoro che anno dopo anno stanno facendo a Porrentruy) e qualcuno magari entrerà anche nel direttivo.

Teniamo presente che oggi tanti italiani, giovani, in età di lavoro arrivano ogni mese in Svizzera. Sono tutte persone che arrivano fresche dall’Italia e sanno cos’è Avis e qual è la sua missione. Sono in età di lavoro e quindi “in età di Avis”

Allora io credo che il nostro compito sia quello di intercettare questi giovani e reclutarli nella nostra Avis. Saranno poi loro a portarne altri. Loro hanno la lingua giusta per parlare con i loro coetanei e i mezzi per farlo (Facebook, Instagram, Whatsapp e quant’altro). Cerchiamoli all’università, scriviamolo sul sito Avis e su Facebook. Portiamo dei depliants alle missioni e chiese cattoliche. Molti di questi giovani ci andranno. Portiamo dei depliants ai consolati. Prima o poi ci dovranno andare. Troviamo insomma dei canali diversi di informazione. Questi giovani saranno i nuovi donatori, ma possono diventare anche i futuri dirigenti Avis.

Possiamo farlo anche con gli stranieri: abbiamo tante persone di diverse nazionalità che vengono alle nostre donazioni collettive, alcuni si iscrivono anche all’Avis. Perché non cercare di coinvolgerli nei direttivi? Si lamenta che la lingua di Avis è l’italiano e qualche persona non vuole entrare nei direttivi, perché si parla italiano. Non ne vedo la negatività. Se i giovani che verranno con noi sanno già l’italiano, non ci sarà problema. Se non lo sanno, lo impareranno con noi. Ognuno di noi è bilingue (tedesco/italiano o francese/italiano), possiamo parlare con loro ed insegnare loro l’italiano, un arricchimento di certo, non un handicap.

Un altro problema per noi è però l’atteggiamento da parte del Servizio Trasfusionale svizzero: purtroppo qui il sistema non è “avisino”: le donazioni sono occasionali, se manca il sangue, si va in televisione e lo si chiede e i volontari si presentano.

Nei nostri ottimi contatti con i centri trasfusionali, abbiamo cercato sempre di spiegare quale atteggiamento a noi pare giusto, ma la nostra forza è minima: purtroppo i nostri numeri sono quello che sono e non abbiamo influenza su un grande sistema nazionale.

Al giubileo di Frauenfeld abbiamo sentito l’intervento del responsabile medico del Blutspende: ha detto che grazie alla medicina più moderna c’è meno bisogno di sangue intero, gli interventi sono meno cruenti, c’è più necessità di emoderivati. Tutto vero. Ma non è che in Italia la situazione sia diversa. Ma Avis, che raccoglie anche il sangue, riesce a fidelizzare i donatori, che restano una sorta di “contenitori viventi” di sangue. Restano a disposizione, si mantengono in buona salute. In una parola non si deprimono. Qui, purtroppo, molti dei nostri donatori si sentono inutili. Facciamo molti sforzi per spiegare questi concetti, ma con poco risultato.

Invito tutti i presidenti a impegnarsi in questo lavoro: cerchiamo di contattare telefonicamente o via i social i nostri iscritti, in modo che si sentano seguiti anche se non lo sono da parte di chi fa la raccolta di sangue. Non si sentiranno inutili e resteranno “fedeli” alla nostra missione.

Infine un grosso problema concernente la raccolta del sangue proviene non già dai contatti difficili, ma da un insetto, la zanzara. Ce ne sono di diverse razze, tra esse quella più nota è la cosiddetta “zanzara tigre”. Diffusasi negli ultimi vent’anni abbondantemente sia negli Stati Uniti che in Europa, è arrivata a costituire un serio motivo di preoccupazione sanitaria e ambientale. Naturalmente ce ne sono anche altre con nomi latini non sempre facili da ricordare. Le malattie che questi insetti ci portano sono diverse, dall'infezione da West Nile Virus, fino al virus Zika. Sono tutte malattie virali trasmissibili anche attraverso il sangue e per via sessuale.

Che rapporto ha tutto questo con noi e con l’Avis in particolare?

Negli ultimi anni capita molto spesso che parecchi donatori vengano respinti per il solo motivo di essere stati all’estero e, in particolare per i nostri donatori, il motivo è un soggiorno anche breve a casa loro, in Italia.

Il motivo dell’esclusione è che durante il loro soggiorno all’estero possono essere stati infettati e, per sicurezza dei riceventi, vengono temporaneamente esclusi dalla donazione.

Il contagio può avvenire infatti in modo asintomatico e passare inosservato nel sangue per due–tre settimane dal rientro dalla regione endemica. In caso di donazione l’agente patogeno verrebbe quindi trasmesso al ricevente. Per escludere il più possibile questo rischio, è indispensabile rispettare termini di attesa che possono variare in base al Paese. In Svizzera questo periodo è stato stabilito in 28 giorni.

Per tornare alle nostre zanzare, poiché finora in Svizzera la zanzara tigre non è diffusa, (in realtà è già arrivata in Ticino), il sistema trasfusionale svizzero non ha ancora reagito organizzandosi come ha fatto l’Italia nelle regioni nelle quali le zanzare portatrici di infezione sono presenti.

Una domanda che ci siamo posti: cosa succede ai donatori di sangue del Veneto (o di altre regioni) quando nella zona siano state segnalate le zanzare infette? Possono ancora donare il sangue?

La risposta è sì. A questi donatori però viene eseguito un test molecolare (Nucleic Acid Testing - NAT) sulle donazioni di sangue ed emocomponenti ad uso trasfusionale. Questo permette di escludere il pericolo di contagio e l’utilizzo del sangue.

E’ compito di Avis – dove è possibile, come nel caso delle donazioni collettive- informare il donatore respinto e stimolarlo a ripresentarsi spontaneamente in ospedale una volta passato il periodo di tempo indicato. E’ un lavoro in più, ma così otteniamo che il donatore sia reso cosciente, ma non si senta inutile.

A tutto questo va aggiunto un divieto totale per chi ha soggiornato nel Regno Unito per più di sei mesi tra il 1980 e il 1996. Regno Unito, e quindi Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda del Nord, Isola di Man, Isole del Canale, Isole Falkland e Gibilterra. Questo criterio è dovuto alla malattia di Creutzfeldt-Jakob (la cd. mucca pazza): poiché dal 1980 in Gran Bretagna e nell’Irlanda del Nord sono insorti diversi casi, non si può escludere un contagio tramite il sangue. La “Trasfusione CRS Svizzera” ha dovuto aggiungere questo criterio come misura cautelare.

Ci è capitato che una nostra donatrice sia stata esclusa dalle donazioni a conseguenza di questo problema.

Dall'AVIS Nazionale

Come sempre vogliamo cogliere l'occasione dell'assemblea regionale per dare qualche informazione sulla nostra “casa madre”, l’AVIS nazionale:  

Quest’anno Avis, fondata nel 1927, compie 90 anni. Tante iniziative verranno organizzate. Il presidente nazionale di Avis, oggi presente con noi, ce ne illustrerà alcune e, soprattutto, spero che ci illustrerà l’interessante libro-inchiesta “La Vis di Avis”, da poco uscito in Italia e frutto di una collaborazione con l’Università Bocconi di Milano. Questo studio mette in luce le ricadute positive sanitarie e sociali del volontariato del sangue sul territorio in cui opera.

La nostra associazione riesce con il volontariato a guidare e coordinare oltre 3400 realtà comunali, provinciali e regionali con ca. 1'300'000 soci ed è quindi una componente essenziale del sistema sanitario italiano.

Ricordiamo che il nostro consigliere Aurelio Chiapparini è anche consigliere nazionale e quindi segue per noi i lavori del Nazionale e ci informa di quanto accade nella nostra associazione in Italia

Ritengo giusto ricordare anche che è solo grazie al contributo che l'AVIS Nazionale passa all'Avis regionale svizzera che nella confederazione è possibile mantenere questa struttura che coordina le comunali presenti in Svizzera. Di questo ringrazio il presidente Saturni e il direttivo nazionale tutto.

Dalla Svizzera

Nel 2016 Pratteln, la comunale che ha ospitato l’anno scorso l’assemblea regionale, ha festeggiato in settembre il 50° giubileo con una festa molto bella, alla quale hanno partecipato una delegazione dell’Avis gemellata di Susegana e la banda comunale di Marchirolo venuta apposta dall’Italia. Il corteo degli avisini, preceduto dalla banda, ha sfilato per le vie di Pratteln per raggiungere dalla stazione la sede della festa: un momento molto suggestivo e toccante.

Quest’anno ha festeggiato il 50° giubileo Frauenfeld, nell’ambito della assemblea annuale e con piacere abbiamo potuto riscontrare una grande voglia di lavorare insieme: la comunale non ha avuto difficoltà a rinnovare il suo direttivo. Anzi, nuovi giovani sono entrati a farne parte, uno, in particolare, da poco arrivato dall’Italia. Frauenfeld ci ha anche fornito un candidato per la commissione revisori dei conti che si rinnova oggi.  

Nel 2016 abbiamo cercato di portare avanti l’impegno preso con la consulta presidenti per trovare un momento di incontro con loro al di fuori dell'assemblea regionale e mettere in discussione i nostri progetti e le nostre difficoltà. E' solo un inizio, continueremo, auspicando la partecipazione di tutti i presidenti.  

Oltre a ciò abbiamo svolto il lavoro di sempre: seguire il lavoro delle comunali presenti sul territorio della Confederazione, aiutarle se possibile e organizzare l’assemblea annuale, come da statuto. Prosegue anche il nostro impegno nel tenere aggiornato il nostro sito. Invitiamo tutti a leggerlo regolarmente: ci sforziamo molto di pubblicare sempre articoli nuovi, sia riguardanti le nostre comunali, sia i temi più interessanti dibattuti o svolti da AVIS nazionale in Italia e che possono farci da guida nel nostro lavoro. Anche su questo tema speriamo in futuro di avere una iniezione di energia e di nuovi temi dai giovani.

Oltre a questi impegni siamo sempre a disposizione delle Avis comunali, delle quali seguiamo il lavoro e presso le quali possiamo intervenire a sostegno, se richiesti.

Il lavoro delle comunali va avanti come sempre, con qualche difficoltà, ma anche con grande impegno e di questo impegno ringraziamo tutte le comunali e i loro direttivi.

Ricorderete che l’anno scorso, a Pratteln, ha partecipato ai lavori assembleari la signora Anita Tschaggelar, capo operativo del servizio trasfusionale svizzero.

Da questa gradita presenza è nata una collaborazione: siamo stati pregati di organizzare nella giornata delle staminali dei punti di informazione per la raccolta di staminali, giornata che si è svolta il 7 settembre con il nome Tag der Tat = il giorno dell’azione. Abbiamo accolto questo invito e diverse comunali hanno svolto con entusiasmo questo incarico.

Naturalmente, per fortuna, non tutto è stato negativo quest’anno: varie comunali lavorano con successo, abbiamo raccolto 1769 donazioni, i soci sono 1269.

Alcune comunali hanno già trovato presidenti giovani che sono subentrati alla “vecchia guardia” e auspichiamo che il lavoro dei direttivi nel prossimo quadriennio sia anche quello di trovare vie nuove per fare entrare giovani nella vita delle comunali.

Concludo ringraziando la comunale di Uster che ci ospita quest'anno, tutto il consiglio direttivo e la presidente Graziella Rubli.

Per il consiglio direttivo


La presidente

Ilaria Gozzini Giacosa

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